Perché la canapa light è legale in Italia?
Da Editorial Staff
Gennaio 10, 2019
In Italia, Paese storicamente proibizionista sul controverso tema relativo al consumo di droghe leggere a scopo ricreativo, la produzione ed il commercio della marijuana sono legalmente riconosciuti dallo Stato, ma a patto che si tratti della cosiddetta canapa light. Nel dettaglio, la canapa light, che è detta anche erba che non sballa, presenta un limite di Thc che è inferiore allo 0,2%, e che nel rispetto di tale soglia può essere acquistata dai consumatori grazie a produzioni agricole su vasta scala.
Dopo una prima fase di vuoto normativo, infatti, la produzione ed il commercio delle infiorescenze di marijuana legale sono state riconosciute anche dal Mipaaf, il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. A livello agricolo, inoltre, ci sono delle soglie di tolleranza in quanto, entro il limite dello 0,6% di THC, l’agricoltore non ha alcuna responsabilità e non rischia nulla a livello di sanzioni amministrative o penale, mentre al di sopra dello 0,6% di THC, per la canapa light prodotta, l’autorità giudiziaria può andare a disporre il sequestro della piantagione o direttamente la distruzione in loco delle coltivazioni di cannabis che sono non a norma.
Pur tuttavia, c’è anche da dire che, per la cannabis legale, la circolare del Mipaaf fissa le regole, i criteri ed i paletti per la coltivazione di marijuana legale che è poi destinata non solo alle attività didattiche ed alla ricerca industriale, ma anche a settori economici che spaziano dall’alimentare all’industria e passando per l’artigianato e fino ad arrivare alla cosmesi. Manca invece ancora in Italia il riconoscimento dell’uso dell’erba legale come prodotto da combustione, il che significa che, nonostante siano in molti ad utilizzare le infiorescenze di canapa sativa come erba da fumare, in realtà la vendita non avviene ufficialmente per tale uso.
In ogni caso, quello della canapa legale è un business non solo fiorente, ma anche con elevati tassi di crescita in virtù di una domanda di infiorescenze, da parte dei consumatori, che in Italia è crescente a livelli esponenziali. Non a caso per il 2018 si stima che nel nostro Paese il terreno coltivato con finalità di produzione della cannabis light sarà pari a quasi 4 mila ettari rispetto ai soli 400 ettari del 2013. E questo anche grazie alla decisione di molti produttori agricoli di convertire le produzioni passando alla coltivazione di canapa sativa in maniera estensiva.
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