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Mercato del lavoro 2017 tra nuove assunzioni e tavoli di crisi

Da Editorial Staff

Agosto 21, 2017

Mercato del lavoro 2017 tra nuove assunzioni e tavoli di crisi

Per il mercato del lavoro, nell’ultima parte del 2017, sono attesi segnali positivi con 123 nuovi occupati e con 36 mila disoccupati in meno. Questo è quanto stima l’Ufficio Studi dell’Associazione degli artigiani della Cgia di Mestre in base ad un’elaborazione su dati Istat e Prometeia.

Le previsioni sono quindi positive, ma la Cgia di Mestre pone comunque l’accento sul fatto che c’è ancora un gap molto importante a livello occupazionale rispetto al 2007, ovverosia al periodo antecedente lo scoppio della crisi finanziaria ed economica che, partita dagli Stati Uniti, andò poi ad interessare in tempi brevi anche l’Europa generando disoccupazione, recessione e crisi bancarie.

In merito l’Associazione degli artigiani mestrina sottolinea infatti come rispetto al 2007 nell’anno corrente, nel confronto con il secondo trimestre, i disoccupati sono 1.447.000 in più mentre lo stock medio degli occupati risulta essere inferiore di 142 mila unità. D’altronde per il 2017 le stime sul tasso di disoccupazione si attestano all’11,4% mentre dieci anni fa in Italia era al 6,1%.

La conferma che in Italia il mercato del lavoro non è ancora quello di 10 anni fa arriva anche dal dato aggiornato sui tavoli di crisi che, in accordo con quanto è stato riportato da Repubblica.it, sono attualmente ben 162. Attorno a questi tavoli di crisi si decide il destino di ben 148 mila lavoratori, e tra questi quelli di aziende come Ilva, Arcelor Mittal, Perugina e supermercati Tuodì.

Le vertenze, con molte di queste che sono molto delicate, ripartiranno nel prossimo mese di settembre del 2017 con la prospettiva concreta, purtroppo, dei licenziamenti. Secondo quanto dichiarato all’Ansa da Giampietro Castano, che presso il Ministero dello Sviluppo Economico è il responsabile dell’Unità che gestisce le crisi aziendali, molte di queste vertenze, infatti, o ‘si sono incancrenite nel tempo’, oppure in altri casi ‘il contesto degli ammortizzatori sociali è più debole e questo pone la prospettiva che ci siano licenziamenti’.

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