Lavoro a termine e precariato in aumento, il mercato del lavoro oltre i dati Istat
Da Editorial Staff
Febbraio 01, 2018
In Italia, per quel che riguarda il mercato del lavoro, c’è di più oltre la lettura dei dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica. Per il mese di dicembre del 2017, infatti, l’Istat ha rilevato un calo della disoccupazione, che si attesta al 10,8%, ed un contestuale calo della disoccupazione giovanile che si attesta al 32,2%.
Occupazione in aumento grazie solo al lavoro di scarsa qualità
Pur tuttavia, l’aumento del numero degli occupati non è dovuto in prevalenza all’aumento dei dipendenti permanenti, e nemmeno dei lavoratori indipendenti. La componente di crescita dell’occupazione è sostanzialmente rappresentata dal lavoro di scarsa qualità, ovverosia da quello a tempo determinato.
In altre parole i dati positivi forniti dall’Istat non sono altro che frutto dell’aumento del lavoro a termine e del precariato, ragion per cui, secondo il Presidente della Federconsumatori Emilio Viafora, occorre ‘tracciare una nuova fase di crescita, che abbia carattere strutturale e duraturo’.
Rilancio mercato del lavoro e redistribuzione dei redditi
Secondo l’Associazione dei Consumatori, infatti, i segnali positivi provenienti dal mondo dell’occupazione sono timidi ed incerti, ragion per cui il Governo che verrà, dopo le Elezioni Politiche del 4 marzo del 2018, dovrà occuparsi di mettere a punto strategie concrete per il rilancio del mercato del lavoro che siano accompagnate, tra l’altro, anche da interventi di redistribuzione dei redditi.
Il lavoro di scarsa qualità, tra l’altro, contribuisce ad alimentare nel nostro Paese l’economia sommersa. Un recente studio che è stato realizzato dal Censis per Confcooperative, non a caso, rivela come nel nostro Paese il lavoro nero sia a livelli record. E questo perché sono in aumento le persone che, pur di lavorare, sono disposte ad accettare qualsiasi paga oraria, anche di pochi euro, senza alcuna tutela.
Articolo precedente
Super EcoBonus si inaugurano i cantieri
Articolo successivo
Istat, inflazione 2018: indice prezzi al consumo, ecco come cambia il paniere
Editorial Staff