Investimenti pubblici crollano in Italia, riduzione pesantissima rispetto al 2009
Da Editorial Staff
Ottobre 15, 2017
In Italia, nel periodo dal 2005 al 2017, c’è stato un calo degli investimenti pubblici pari al 20%. Inoltre, se si considera il picco massimo di investimenti registrato nel periodo pre-crisi economica e finanziaria, ovverosia nel 2009, per gli investimenti pubblici c’è stato un crollo del 35%. A rilevare queste percentuali è stato l’Ufficio Studi dell’Associazione degli artigiani della Cgia di Mestre mettendo in evidenza, tra l’altro, come nel nostro Paese nessun altro indicatore rispetto al trend degli investimenti pubblici abbia fatto registrare una caduta così rovinosa. In otto anni, in termini nominali, nel nostro Paese, in base sempre alle rilevazioni della Cgia di Mestre, sono stati ‘bruciati’ investimenti pubblici per ben 18,6 miliardi di euro.
L’anno scorso in materia di investimenti pubblici, in ogni caso, è stata rilevata una leggera inversione di tendenza, mentre per il 2017 gli investimenti nel settore pubblico dovrebbero attestarsi a 35,5 miliardi di euro in accordo con quanto è stato indicato nella Nota di aggiornamento del Def, il Documento di programmazione economica e finanziaria che è stata approvata e presentata recentemente dal Governo italiano guidato dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Secondo Paolo Zabeo, che della Cgia di Mestre è il coordinatore dell’Ufficio Studi, da un lato gli investimenti pubblici, in termini assoluti ed in rapporto al prodotto interno lordo nazionale, sono poco rilevanti, ma dall’altro lato sono quelli che sono fondamentali ai fini della creazione di ricchezza. L’economia, infatti, può svilupparsi a pieno solo se la qualità e la quantità delle infrastrutture viene migliorata, altrimenti, sempre secondo l’esponente dell’Associazione degli artigiani mestrina, il nostro Paese è destinato al declino.
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