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Industria musicale: il progresso nell’era digitale

Da Editorial Staff

Gennaio 03, 2019

Industria musicale: il progresso nell’era digitale

L’industria musicale, a livello internazionale non ha mai perso la giusta strada così anche per questo 2018 ha raggiunto il ricavo sperato. Stando ai dati di Global music Report 2018, il mondo discografico ha avuto un incasso per 17 miliardi di dollari nel 2017, con una maggiorazione dell’8,1% in più rispetto al 2016.

Con l’avvento dell’era digitale di certo non è stato facile per la discografia difendersi dalla nascita di strumenti virtuali come lo streaming o la pirateria del “download” illegale. Ma diciamo anche che fortunatamente è riuscita tenere testa a questi nuovi strumenti, adattandosi essa stessa al progresso tecnologico. Se oggi infatti siamo soliti ascoltare la musica da altoparlanti da incasso, magari dal PC o dallo Smartphone, sono le stesse aziende musicali a permettercelo, mettendo a nostra disposizione tracce audio digitali.

Il fatturato internazionale delle case discografiche

La Global Report è stupita dal fatturato raggiunto a livello internazionale. Anzi, è la prima volta nel mondo della musica: grazie allo streaming e al digitale gli incassi sono aumentati. Questo anche grazie agli accordi con applicazioni per ascoltare musica come Spotify o Deezer: nel 2017 hanno consentito un introito per 6,6 miliardi di dollari, anche grazie agli utenti che si abbinano premium, pari al 45% dei clienti totali.

Grazie a questi numeri da capogiro, si ricava un dato altrettanto importante, ovvero che il 38% del mercato musicale raggiunge il suo exploit grazie al mondo virtuale anziché che per i dischi venduti in formato fisico. Il download, lo streaming e gli store virtuali, sono diventati il 54% totale di tutte le entrate.

La situazione italiana del mercato musicale

Quanto appena detto esclude il settore commerciale italiano, che contrariamente ad altri paesi europei e oltreoceano, ha subito non pochi cali. Basti pensare che nel 2017 è diminuito del 6,37% rispetto all’anno prima e l’industria discografica ha un valore di appena 165 milioni di euro. Insomma, l’Italia non riesce a rientrare nella top list dei mercati mondiali discografici più floridi. Pare infatti che Brasile e Cina riescano nell’intento più della nostra nazione

Al contrario del resto del mondo, l’Italia non riesce a distaccarsi dalla fisicità del disco musicale, e non si è ancora del tutto convertita allo strumento digitale. Le vendite dei dischi continua a generare oltre la metà dell’incasso delle aziende musicali. I download dal canto loro hanno fruttato 14,4 milioni di euro, con il 40% dell’uso dello streaming. Valori troppo bassi rispetto al trend musicale che coinvolge il resto del mondo.

Streaming e  Applicazioni: quanto agevolano l’industria musicale

Per quanto concerne i ricavi da streaming, aiutano molto gli incassi le piattaforme come Spotify e Deezer. Grazie al profilo premium che molti utenti hanno creato, la musica italiana ha cominciato lentamente a riprendersi, con un incasso di 42,8 milioni di euro di ricavi.

La speranza dell’industria italiana è quella di cambiare radicalmente il suo modo di guadagnare, affidandosi a quella fetta di utenti che decidono di spendere in maniera costante i loro soldi per la buona musica. Forse così, magari in maniera più lenta e progressiva, si raggiungeranno i numeri esorbitanti del resto del mondo.

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