Il business dei cristalli di Cbd
Da Editorial Staff
Settembre 17, 2020
Da diversi anni a questa parte, si parla molto di cannabis light. Da quando la Legge 242/2016 è entrata in vigore, nel nostro Paese sono consentiti la commercializzazione e il consumo di cannabis a basso contenuto di THC. Parliamo di una percentuale che, considerando la soglia di tolleranza messa in campo dal legislatore, può arrivare massimo allo 0,6.
Questa novità normativa ha portato alla nascita di una vera e propria nuova economia. Con un giro d’affari di diverse decine di milioni di euro all’anno, il settore della cannabis è sempre più fiorente e comprende diversi prodotti. Tra questi, spiccano i cristalli di CBD (acquistabili su e-commerce come Crystalweed.it). Cosa sono di preciso? Come si utilizzano? Scopriamo la risposta nelle prossime righe.
Cosa sono i cristalli di CBD
Partiamo dalle basi, specificando che, quando si parla di cristalli di CBD, si inquadrano dei prodotti caratterizzati dalla presenza di CBD o cannabidiolo nella sua forma più pura. Un’altra caratteristica importante quando si parla dei cristalli di CBD riguarda il fatto che, per produrli, si procede all’eliminazione di qualsiasi traccia di materia vegetale. In questo modo, chi compra il risultato finale ha la possibilità di apprezzare il cannabidiolo, cannabinoide più famoso dopo il THC, al massimo delle sue proprietà (p.e. la capacità di favorire il rilassamento).
Processo di produzione
Vediamo ora qualche specifica relativa al processo di produzione dei cristalli di CBD. Il primo punto sul quale bisogna soffermarsi è l’estrazione, che non differisce da quella messa in campo per realizzare altri prodotti che vengono venduti nei weed shop online e fisici.
Come sopra specificato, per arrivare all’estrema purezza di un cristallo di CBD è necessario un passaggio extra. Il cannabidiolo, infatti, dopo l’estrazione è ancora contraddistinto dalla presenza di tracce di materia vegetale.
Dopo questa filtrazione, la produzione dei cristalli di CBD prevede un ulteriore passaggio. Si tratta del cosiddetto svernamento. Effettuarlo è importante in quanto permette di rimuovere ulteriori composti indesiderati, come per esempio le cere – veri e propri lipidi – e la clorofilla.
Dosi
Quando si parla di come assumere i cristalli di CBD, ci si sofferma spesso anche sulle dosi. Non ci sono indicazioni specifiche in merito. Ognuno si muove a seconda delle proprie esigenze. Quello che bisogna sapere è che il cannabidiolo non comporta effetti collaterali. Nonostante ciò, se si è alle prime armi con il suo consumo il consiglio è quello di partire con dosaggi molto bassi.
Come si utilizzano i cristalli di CBD
Andiamo ora al cuore della questione, ossia come si utilizzano i cristalli di CBD. In questo caso, si apre un vero e proprio mondo di alternative. Tra i motivi del successo dei cristalli di CBD c’è proprio la loro versatilità. I cristalli di CBD possono essere innanzitutto sciolti sotto la lingua. Questa opzione è senza dubbio la più semplice da gestire. Tenendo i cristalli sotto la lingua per poche decine di secondi, si riesce infatti a far sì che il cannabidiolo entri nel flusso sanguigno.
Proseguendo con l’elenco delle modalità utili per assumere i cristalli di CBD, ricordiamo che possono essere anche aggiunti a dei cibi e cotti. In questo frangente, bisogna fare attenzione a evitare di scaldarli troppo. Giusto per dare qualche numero, facciamo presente che, superando i 180°C, il rischio è quello di inficiare le proprietà del cannabidiolo.
Quanto costano i cristalli di CBD?
A questo punto, non resta che parlare di quanto costano i cristalli di CBD. I prezzi variano a seconda dello shop di riferimento ma, in linea di massima, si parla di somme inferiori ai 10 euro per confezioni di circa 300 mg.
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