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I mercati bocciano la nomina di Profumo in Leonardo: titolo in forte calo

Da Editorial Staff

Marzo 21, 2017

I mercati bocciano la nomina di Profumo in Leonardo: titolo in forte calo

I mercati non hanno gradito la scelta del governo di nominare Profumo in Leonardo, ma gli analisti rassicurano gli azionisti circa la strategia di continuità.

La nomina di Alessandro Profumo ad amministratore delegato di Leonardo, l’ex Finmeccanica, non ha pagato dal punto di vista delle vendite del titolo in borsa. I titoli dell’azienda partecipata hanno fatto registrare, nella seduta di ieri (la prima dopo l’ufficializzazione del nuovo ad) un calo del 3,6% chiudendo a 13,11. Già venerdi, il titolo aveva perso ben 2,37 punti percentuali, nel momento in cui erano circolate le voci sul possibile avvicendamento sulla poltrona di amministratore delegato.

Facendo i calcoli, tra venerdi e lunedi, il titolo di Leonardo avrebbe fatto registrare un calo di quasi 6 punti percentuali. A nulla sono valse le rassicurazioni degli analisti circa la futura strategia all’insegna della continuità che dovrebbe caratterizzare il mandato di Profumo.

Gli stessi analisti hanno avallato la scelta del governo, giunta proprio in una fase in cui sono diventati molto attuali i progetti europei di difesa. In questo senso, la nomina di Profumo, secondo gli stessi, sarebbe giunta opportuna tenuto conto anche dell’esperienza dell’ex numero uno di Unicredit maturata nell’operazione di M&A.

Alessandro Profumo verrà affiancato da Fabrizio Giulianini (responsabile Divisione elettronica, Difesa e Sistemi di sicurezza) nel suo progetto annunciato di rilancio delle attività commerciali all’estero e nel piano di consolidamento dell’azienda partecipata.
In Borsa sembrano già lontani i tempi in cui Piazza Affari premiava le strategie del management di Leonardo con rimbalzi estremamente positivi. Solo lo scorso 15 marzo, Leonardo aveva fatto registrare un eloquente +7,7%, premiando oltremodo il dividendo di 14 centesimi staccato agli azionisti. La nomina di Profumo avrebbe spezzato l’idillio tra l’ex Finmeccanica e i mercati.

 

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