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Decreto salva-banche da oltre 20 miliardi, aiuti per gli istituti di credito in crisi

Da Editorial Staff

Dicembre 22, 2016

Decreto salva-banche da oltre 20 miliardi, aiuti per gli istituti di credito in crisi

Per il salvataggio degli istituti di credito in crisi, a partire dal Gruppo MPS, Monte dei Paschi di Siena, c’è pronto un paracadute da oltre 20 miliardi di euro. E questo dopo che il Governo Gentiloni ha varato un nuovo decreto salva-banche che ha già ottenuto d’urgenza il via libera da parte della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

Il Decreto prevede che gli oltre 20 miliardi di euro vengano reperiti attraverso un aumento del debito pubblico, e quindi attraverso l’emissione di titoli di Stato. Una parte delle risorse con ogni probabilità servirà per andare a coprire la ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena considerando che il Gruppo bancario non è riuscito a reperire i fondi accedendo al mercato.

Salvo clamorose sorprese, tra l’altro, pure il fondo sovrano del Qatar, che avrebbe dovuto mettere sul piatto 1 miliardo di euro per la ricapitalizzazione di MPS, sembra essersi sfilato. E’ probabile che, con l’intervento statale, il ministero dell’Economia nel Monte dei Paschi prenda una quota del 50% o addirittura superiore. E questo perché l’aumento di capitale MPS, finalizzato all’emissione di nuove azioni, non sembra aver raggiunto i risultati sperati.

Riguardo ai numeri in Parlamento, il Decreto salva-banche, che è stato definito anche come Decreto salva-risparmio a tutela dei correntisti e dei piccoli investitori, è stato approvato dalla Camera dei Deputati a larghissima maggioranza visto che i SI’ sono stati ben 389. Così come in Senato l’autorizzazione è arrivata da parte di 221 voti favorevoli ad una misura necessaria per garantire la stabilità del sistema bancario italiano.

Il Decreto salva-risparmio segue peraltro quello del Governo Renzi che ha portato al salvataggio di Banca Etruria, CariFerrara, Banca Marche e CariChieti, quattro Istituti di credito che, pur tuttavia, ancora non sono stati ricollocati sul mercato dopo che, peraltro, molti possessori di obbligazioni subordinate hanno visto i loro risparmi andare in fumo.

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