Comuni e Regioni italiane, risorse disponibili in calo con le manovre di finanza pubblica
Da Editorial Staff
Aprile 29, 2018
Le manovre di finanza pubblica, nel periodo che va dal 2010 al 2017, hanno colpito nel nostro Paese le Autonomie locali con un calo delle risorse disponibili pari complessivamente a 22 miliardi di euro. A rilevarlo è un rapporto dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre da cui è emerso come le Autonomie locali più colpite siano stati i Comuni e, quindi, i sindaci delle città.
Ecco come le manovre di finanza pubblica hanno penalizzato le Autonomie Locali
Il calo delle risorse, nel periodo sopra indicato, risulta essere così distribuito in base ai calcoli a cura dell’Associazione degli artigiani mestrina: una sforbiciata pari a 8,3 miliardi di euro complessivi a carico dei Comuni, 3,5 miliardi di euro di risorse in meno per le Province, e 7,2 miliardi di euro in meno per le Regioni a Statuto ordinario. Fuori dal taglio delle risorse, invece, le Regioni a Statuto speciale alle quali, in ogni caso, lo Stato italiano ha comunque imposto accantonamenti per complessivi 2,9 miliardi di euro.
Secondo Paolo Zabeo, che è il coordinatore dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, lo Stato italiano, tagliando i trasferimenti alle Autonomie Locali, da un lato si è mostrato sobrio e virtuoso, ma dall’altro il conto è stato pagato dai cittadini.
I cittadini pagano conto salato con il taglio dei trasferimenti alle Autonomie Locali
E questo perché fino al 2015 i Governatori delle Regioni ed i Sindaci hanno fatto fronte ai minori trasferimenti agendo sulla leva fiscale. Dopodiché, con il blocco degli aumenti delle tasse locali, le Autonomie Locali si sono difese andando a ridurre in quantità ed in qualità i servizi ai cittadini.
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