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Affitto in nero: sommerso turismo oltre i livelli di guardia, allarme Federalberghi

Da Editorial Staff

Maggio 14, 2017

Affitto in nero: sommerso turismo oltre i livelli di guardia, allarme Federalberghi

Il sommerso nel settore del turismo, per quel che riguarda i canoni di locazione in nero, principalmente per gli affitti brevi delle case vacanza, ha superato i livelli di guardia. A lanciare l’allarme in merito è stata la Federalberghi nell’apprezzare da un lato la scelta del Governo italiano di andare ad introdurre una cedolare secca sugli affitti brevi, ma dall’altro la misura, che è detta anche ‘tassa airbnb’, andrebbe ulteriormente irrobustita. Secondo Bernabò Bocca, che è il presidente di Federalberghi, il sommerso nel turismo genera nel nostro Paese delle gravi conseguenze non solo per i consumatori, ma anche per la collettività e per il mercato.

In accordo con quanto è stato riportato da Ilsecoloxix.it, il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ha fatto presente, tra l’altro, come la cedolare secca al 21% sia necessaria ma non del tutto sufficiente per combattere con efficacia il fenomeno delle locazioni brevi in nero. E questo perché bisogna andare a colpire le società mascherate, ovverosia quegli operatori che sembrano a prima vista dei privati cittadini, ma che in realtà su Airbnb vanno a gestire anche 200 appartamenti.

Secondo i numeri della Federalberghi su Airbnb solo 30 mila sarebbero le strutture censite rispetto ad un totale di oltre 200 mila che invece sono disponibili, con la conseguenza che, ai tempi del rischio terrorismo in tutta Europa, non c’è un effettivo controllo sulle persone che affittano le case per brevi periodi con ripercussioni negative non solo sul Fisco, ma anche sull’operato delle forze dell’ordine.

Intanto, in accordo con quanto è stato riportato da LaStampa.it, citando una misura che è contenuta in un emendamento alla cosiddetta ‘manovrina’ del Governo guidato dal Premier Paolo Gentiloni, gli ospiti di Airbnb, oltre al prelievo fiscale rappresentato dalla cedolare secca del 21%, nota anche come Airbnb Tax, potrebbero pagare anche la tassa di soggiorno.

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