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Car sharing: servizio auto condivisa sempre più diffuso, i numeri del boom in molte città
Da Editorial Staff
Maggio 28, 2017
In merito al car sharing in Italia, specie in alcune città, si sta registrando per l’auto condivisa un vero e proprio boom. A metterlo in evidenza è stata Aniasa – Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici, in accordo con una ricerca che, dal titolo ‘Il Car Sharing in Italia: soluzione tattica o alternativa strategica?’, è stata realizzata insieme alla Bain & Company, società di consulenza strategica.
Nel dettaglio, l’utente tipo del servizio di car sharing ha 38 anni, è maschio, e lo utilizza in prevalenza per raggiungere il posto di lavoro. Nel rapporto di quasi due su dieci in Italia coloro che fruiscono del car sharing hanno deciso di rinunciare all’auto di proprietà i cui costi di gestione annui sono onerosi specie se le percorrenze chilometriche annue sono basse.
Oltre il 50% di chi si sposta con l’auto condivisa lo fa in compagnia al fine di abbattere ulteriormente i costi per un totale di noleggi che, nel 2016, sono cresciuti anno su anno di un terzo, così come di un terzo rispetto al 2015 è aumentata la flotta a disposizione in Italia per un totale di ben 6 mila veicoli a disposizione.
Secondo Aniasa per ogni auto in car sharing vengono tolte dalla strada fino a 9 vetture di proprietà, ragion per cui le istituzioni dovrebbero incentivare l’uso del servizio di auto condivisa che non dovrebbe essere visto come una soluzione alternativa, ma come una vera e propria soluzione strategica per la mobilità.
D’altronde quello del car sharing è un fenomeno che registra in diverse città italiane un forte sviluppo se si considera che nel 2016 le tessere di iscrizione al servizio di auto condivisa si sono attestate a quota 1,08 milioni con un balzo anno su anno del 70%. L’utente del car sharing, tra l’altro, è pragmatico nell’andare a cercare ogni volta la migliore soluzione di auto condivisa. Con una media di 2,8 tessere ad utente, infatti, chi usa il car sharing in Italia è poco fidelizzato al singolo operatore.
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