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Pagamenti PA ai fornitori, mancano 46 miliardi di euro tra ritardi e prassi inique
Da Editorial Staff
Maggio 20, 2017
In Italia tra ritardi e prassi inique, i fornitori nei confronti della Pubblica Amministrazione devono ancora riscuotere crediti, riferiti agli acquisti di beni e servizi, ed agli investimenti fissi lordi, per un controvalore che oscilla da un minimo di 32 miliardi di euro ad un massimo di 46 miliardi di euro non saldati.
A fornire questa stima, che è peraltro stata effettuata in assenza totale di dati ufficiali in merito forniti da parte dello Stato italiano, è stata l’Associazione degli artigiani della Cgia di Mestre considerando il fatto che nel 2016 il controvalore complessivo fatturato dalla PA italiana è stato, nei confronti di imprese e di fornitori, pari a 160 miliardi di euro.
In particolare, la Cgia di Mestre è arrivata ai numeri sopra indicati andando a suddividere, in maniera del tutto teorica, i 160 miliardi di euro spalmandoli per tutto l’arco dell’anno ed andandoli a pesare considerando che le PA dovrebbero pagare a 30 giorni, ed includendo pure altre Pubbliche Amministrazioni, come ad esempio la sanità, che pagano invece entro un termine di 60 giorni.
In base a questa suddivisione la Cgia di Mestre ha ricavato un debito ‘fisiologico’ per la PA che è pari a 19 miliardi di euro in quanto trattasi di crediti non ancora scaduti, ma poi in realtà tra ritardi e prassi inique, come è stato sopra accennato, il debito complessivo è decisamente più alto. Al riguardo l’Associazione degli artigiani di Mestre sottolinea come l’Istat per il 2016 abbia stimato un debito di 51 miliardi di euro che sale ulteriormente, a 65 miliardi di euro, secondo le stime della Banca d’Italia su dati però riferiti all’anno 2015.
Editorial Staff