Sistema bancario, la parola dell’anno è fintech
Da Editorial Staff
Aprile 14, 2017
Il sistema finanziario è entrato nell’epoca del fintech, ovvero dei servizi mobile money garantiti grazie alla diffusione della tecnologia. Se a livello globale il fenomeno è ormai consolidato, in Italia il mercato appare ancora poco sviluppato, anche se alcune grandi compagnie economiche stanno guidando la rivoluzione.
I pionieri della rivoluzione
L’esempio che viene in mente per primo è quello di Ing Direct, il gruppo finanziario che per primo ha portato nel nostro Paese la possibilità di aprire e gestire un conto corrente online, con il suo Conto Arancio che resta ancora uno dei prodotti più convenienti a disposizione dei risparmiatori. È questo infatti il primo passo con cui l’innovazione è riuscita a farsi largo anche nel mondo del credito.
L’indagine mondiale
Una ulteriore conferma arriva dalla società di consulenza internazionale Pricewaterhousecoopers, che ha realizzato un sondaggio coinvolgendo oltre 1.300 intervistati in tutto il mondo sul tema “Global FinTech Survey 2017 – Ridisegnando i confini”: le risposte rivelano come la maggioranza di operatori di banche mondiali, compagnie assicurative e consulenti finanziari siano orientati proprio incrementare le partnership con le aziende FinTech nei prossimi 5 anni, con un ROI medio atteso pari al 20% sui progetti d’innovazione.
L’elemento dirompente
L’altro elemento che appare evidente è che questa scelta appare quasi “inevitabile” per i player tradizionali: l’88% degli intervistati infatti ritiene che le società FinTech indipendenti possano rappresentare una sorta di minaccia in grado di erodere i propri ricavi fino a una quota del 24%. Avviare una collaborazione in questa fase, invece, potrebbe rappresentare il giusto compromesso e la soluzione a un problema sempre più pressante, ovvero le difficoltà in termini di legacy tecnologica e comunicazione con il cliente che le grandi società finanziarie continuano a verificare.
Una partnership vantaggiosa
D’altra parte, le stesse aziende Fintech hanno bisogno di questa partnership, che darebbe via libera all’accesso ai capitali e ai clienti forniti dai protagonisti attuali. Il report Pwc inoltre sottolinea che, in questo modo, le aziende possono esternalizzare parte della R&S e realizzare la propria strategia, consentendo in tal modo di offrire più velocemente nuovi prodotti alla clientela.
Allargare il mercato
Lo scenario che si sta delineando, allora, sembra tanto interessante quanto rivoluzionario: grazie ai servizi mobile money, infatti, sarà possibile intercettare anche le comunità non raggiunte precedentemente dalle banche, aprendo le porte a una popolazione che, per l’industria dei pagamenti, vale circa 3 mila miliardi di dollari.
Accesso per tutti
L’analisi della società di consulenza mostra ancora come l’intelligenza artificiale, i dati e gli strumenti d’analisi connessi potranno essere utilizzati dalle banche, dai gestori di fondi e dalle compagnie assicurative per assistere i clienti, interagendo ogni giorno con loro per prendere le migliori decisioni finanziarie. Ovvero, per realizzare concretamente l’accesso al mondo finanziario tramite la tecnologia mobile.
L’Italia avanti a rilento
In questo processo di coinvolgimento dell’innovazione nel settore della finanza l’Italia appare ancora poco sviluppata, con un certo ritardo nello sviluppo del mercato FinTech e le banche preoccupate che il processo possa mettere a rischio il proprio business; in particolare, l’indagine sottolinea come gli istituti di credito tricolore siano meno propensi ad abbracciare la natura disruptive delle FinTech e a investire in risorse interne per l’innovazione.
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