Voucher: ecco quali sono i comparti e le regioni che ne hanno fatto un uso maggiore
Da Editorial Staff
Marzo 22, 2017
Ecco quali sono le categorie di attività che rimpiangeranno i Voucher, ormai aboliti da una recente legge approvata dal Parlamento.
I Voucher si avviano ormai verso il tramonto dopo la legge approvata dal Parlamento che ne ha cancellato l’esistenza. A dover fare i conti con la fine di questo strumento per regolarizzare il lavoro temporaneo saranno le industrie del terziario, in particolar modo i ristoranti e gli alberghi. Sono queste le attività che generalmente hanno utilizzato i Voucher per retribuire il lavoro saltuario. Secondo i dati diffusi dall’Inps, su un totale di oltre 88 milioni di voucher staccati, oltre 23 milioni sono stati erogati da 75 mila aziende che operano nel settore alberghiero e ristorativo, dando lavoro temporaneo a quasi 580 mila lavoratori. Ovviamente questa statistica riguarda i voucher dell’importo di 10 euro.
Al secondo posto, in questa speciale classifica, si attesta il commercio, con gli oltre 11 milioni di buoni che sono serviti a retribuire i 165.682 addetti che hanno prestato servizio per attività commerciali, come negozi e centri commerciali. Al terzo posto si collocano gli artigiani e i commercianti senza dipendenti. Infatti sono quasi 65mila le attività artigianali e commerciali di modestissime dimensioni che solo occasionalmente si sono avvalse di personale esterno per alcune mansioni saltuarie. Il rischio paventato da molti analisti è che questo tipo di lavoro saltuario verrà sostituito dal lavoro nero.
Anche le attività manifatturiere hanno fatto ricorso a questo tipo di modalità di retribuzione con quasi 10,8 milioni di voucher erogati. Per quanto concerne le regioni che hanno fatto più uso di questo strumento di pagamento ormai superato, in testa c’è la Lombardia seguita dal Veneto e dall’ Emilia Romagna nelle quali il numero di lavoratori coinvolti è il più elevato di tutta la penisola. Nella regione lombara il numero di voucher erogati ammonta a oltre 12 milioni.
Articolo precedente
Shopping in Italia: i cinesi tornano a comprare nel nostro paese
Editorial Staff