Olio di palma, i rischi per salute ed ambiente

Nei primi sette mesi del 2016, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in Italia c’è stato un calo delle importazioni di olio di palma pari al 10%. E questo dopo che nel 2015, e nell’arco di dieci anni, le importazioni avevano raggiunto il quantitativo record di oltre 1,6 miliardi di chili.

A metterlo in evidenza è stata la Coldiretti nel sottolineare come il calo 2016 delle importazioni dell’olio di palma sia anche legato al parere fornito dall’EFSA, l’Autorità Alimentare Europea, in merito a possibili rischi per la salute oltre a quelli di natura ambientale.

Al riguardo l’Organizzazione degli agricoltori ricorda come il mercato dell’olio di palma porti al disboscamento di vaste foreste e come l’inquinamento sia anche provocato dalle lunghe distanze che il prodotto deve percorrere rispetto ai luoghi di produzione.

Ma perché l’olio di palma potrebbe far male alla salute? Ebbene, al riguardo i rischi sono legati al contenuto di acidi grassi saturi nell’olio di palma, con la Coldiretti che, al fine di permettere ai consumatori di fare acquisti consapevoli, chiede che in etichetta venga specificata la natura dell’olio.

E questo perché spesso in etichetta viene solo indicata la presenza di olio vegetale senza specificare se si tratti o meno dell’olio di palma. E lo stesso dicasi, sempre secondo l’Organizzazione degli agricoltori, per i prodotti di panetteria e da forno che vengono venduti sfusi. Per questi, infatti, occorre sempre andare ad esporre sul bancone l’elenco completo di tutti gli ingredienti che sono stati utilizzati.

Recentemente alcune grandi marche di prodotti da forno hanno iniziato a commercializzare prodotti con la dicitura ‘senza olio di palma‘, mentre molte altre  marche non hanno al momento modificato il loro disciplinare di produzione. E questo anche perché ad oggi non ci sono evidenze scientifiche chiare ed univoche sul fatto che l’olio di palma sia tossico e/o cancerogeno.