DPI per l’udito: ecco i criteri che devono ispirare la scelta
Da Editorial Staff
Agosto 28, 2019
Quando si parla di sicurezza in ambito lavorativo, uno dei temi maggiormente sentiti è certamente quello dei DPI per l’udito. Infatti, una delle patologie professionali che si registrano, purtroppo, più di frequente, è rappresentata dall’ipoacusia. Un termine che sta a significare un notevole indebolimento dell’intero apparato uditivo: la causa è strettamente collegata all’esposizione rispetto a rumori molto forti e ripetitivi all’interno dell’ambiente di lavoro.
Il rischio acustico, quindi, è certamente uno di quelli maggiormente sentiti tra chi lavora in determinati settori. Ecco spiegato il motivo per cui, in qualsiasi azienda, questa tematica non può assolutamente essere sottovalutata, ma deve essere affrontata con grande rispetto e onestà intellettuale. Installare un distributore automatico DPI, quindi, è una necessità a tutti gli effetti.
DPI per l’udito: quali sono i valori da rispettare?
Ciascuna azienda deve prestare la massima attenzione ad attuare ogni tipo di misura di prevenzione che serve, inclusa ovviamente la scelta del DPI per l’udito migliore in base alle esigenze de lavoratori. Per la valutazione del rischio acustico all’interno dell’ambiente di lavoro, la cosa migliore da fare è quella di riferirsi a quanto viene previsto dalla normativa in Italia.
Ebbene, è l’articolo 189 del Decreto Legislativo 81/2008 a mettere in evidenza i valori di esposizione giornaliera che devono fungere da criteri nella valutazione del rumore e della pressione acustica. All’interno della normativa di riferimento vengono indicati i valori limiti che riguardano l’esposizione, i valori superiori di azione e quelli inferiori di azione. Per la misurazione nel proprio ambiente di lavoro, ci si dovrà dotare di uno strumento denominato fonometro.
Quindi, ogni azienda deve valutare in quali occasioni sia fondamentale utilizzare i DPI per l’udito. Ebbene, tali dispositivi devono essere utilizzati nel momento in cui tutte le misure di prevenzione e di protezione che vengono adottate non permettono di rimuovere al 100% tutti i vari pericoli per il benessere e la salute delle orecchie.
È lo stesso Decreto Legislativo, 81/2008, all’articolo 193 a sottolineare l’impiego di specifici DPI per l’udito che vadano a rimuovere o quanto meno diminuire il più possibile il pericolo per l’udito. È importante mettere in evidenza come, quando la soglia di rumore rimanga tra i valori inferiori e quelli superiori, il datore di lavoro non ha alcun obbligo di far indossare ai propri dipendenti i DPI. L’unico obbligo sarà quello di mettere a loro disposizione tali strumenti. Nel caso in cui l’esposizione, invece, dovesse essere uguale o più alta rispetto ai valori superiori, allora saranno gli stessi dipendenti che dovranno rispettare l’obbligo di indossare i DPI per l’udito.
I criteri da valutare nella scelta
Per quanto riguarda la scelta dei DPI per l’udito, ci sono alcuni fattori che devono essere tenuti in considerazione. Gli elementi da valutare sono essenzialmente tre: il primo è il livello di rischio acustico, il secondo è relativo alla tipologia di mansioni così come di compiti che dovranno essere svolti da parte del dipendente. Quindi, quest’ultimo dovrà necessariamente indossare un DPI per l’udito che consenta liberi e pratici movimenti, senza correre il rischio di perderlo da un momento all’altro. Il terzo fattore da considerare è la presenza del marchio CE, che serve proprio a certificare il rispetto della legge attualmente in vigore.
Spostando l’analisi sui principali DPI presenti in commercio, troviamo tre principali tipi: il primo è rappresentato dalle cuffie antirumore, poi ci sono gli inserti auricolari, meglio conosciuti come tappi, oppure ci sono i caschi o elmetti acustici.
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