Lavoro, Rapporto Cgil: qualità occupazione è in peggioramento
Da Editorial Staff
Marzo 17, 2018
In Italia la qualità del lavoro è in peggioramento, il che significa che l’occupazione è sempre più precaria e sempre meno stabile. La conferma in merito arriva da un Rapporto della Fondazione Giuseppe Di Vittorio della Cgil da cui è emerso, tra l’altro, che rispetto al 2008 nel quarto trimestre del 2017 le unità di lavoro sono scese del 4,7%, mentre per le ore lavorate la contrazione è stata pari al 5,8%.
Area del disagio lavorativo in forte crescita in Italia negli ultimi cinque anni
Il Rapporto, dal titolo ‘Lavoro: qualità e sviluppo’, rivela come nel nostro Paese, negli ultimi cinque anni, ci sia stato un forte aumento dei part-time involontari e delle assunzioni con contratto a tempo determinato.
Come diretta conseguenza, la cosiddetta area del disagio lavorativo è balzata a 4,51 milioni di persone che vorrebbero lavorare full time a tempo indeterminato, ma che invece devono ripiegare su occupazioni a tempo parziale o comunque non stabili.
Ripresa economica non garantisce crescita occupazione stabile
Secondo Fulvio Fammoni, che è il presidente della Fondazione Di Vittorio, la qualità dell’occupazione è in una fase di peggioramento non solo consistente, ma anche progressiva a conferma del fatto che la ripresa dell’economia in Italia, anche in ragione delle attuali norme che regolano il mercato del lavoro, non è sufficiente per la creazione di occupazione stabile.
Tra debolezza strutturale e precarietà, di conseguenza, Tania Scacchetti, che è segretaria confederale della Cgil, ritiene che per rilanciare in Italia il mercato del lavoro sia necessario non solo andare a riordinare le tipologie contrattuali, ma anche incrementare gli investimenti e rafforzare gli ammortizzatori.
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